L'Ai Mode di Google ha rivoluzionato (di nuovo!) le modalità di ricerca web, in senso conversazionale

Annunciato durante il Google I/O 2025, il nuovo AI Mode di Google sta iniziando a rivoluzionare il modo in cui gli utenti interagiscono con il motore di ricerca. Attualmente in fase di rilascio negli Stati Uniti, questa funzionalità introduce un cambiamento profondo nell’esperienza della Search, destinato a impattare il mondo del digital marketing e dell’advertising online.

Cos’è l’AI Mode di Google e cosa cambia per l'utente?

Si tratta di una nuova modalità conversazionale alimentata da Gemini AI, in cui l’utente formula una domanda e Google risponde generando una sintesi diretta, coerente e personalizzata. In pratica, la classica SERP lascia il posto a un’interazione più fluida e dialogica: meno link, più risposte immediate.

Ma attenzione: AI Mode di Google non è semplicemente una versione potenziata di AI Overview. Le differenze sono sostanziali:

  • Ragionamento più evoluto: AI Mode collega concetti, interpreta e fornisce conclusioni, non si limita a riassumere contenuti esistenti.

  • Risposte a domande complesse: È in grado di affrontare richieste articolate, multilivello o aperte.

  • Conversazioni a più turni: L’utente può fare domande di follow-up e l’AI risponde tenendo conto del contesto precedente.

Perché è rilevante per chi lavora nel digital marketing?

L’introduzione di AI Mode di Google modifica alla radice il comportamento degli utenti:

  • Le ricerche diventano più lunghe e specifiche, con query 2–3 volte più dettagliate rispetto al passato.

  • L’interazione si sposta dalla consultazione dei link a una conversazione fluida con l’intelligenza artificiale.

  • Gli annunci non sono più ai margini della pagina, ma devono comparire direttamente all’interno delle risposte generate da Gemini per risultare visibili.

Cosa significa per brand e aziende?

  • Ripensare i contenuti del sito per la ricerca conversazionale

Questo nuovo scenario richiede un ripensamento delle strategie SEO e SEM. Non basta più essere “in prima pagina”: ora serve essere integrati nel contenuto stesso della risposta AI. È il momento di investire in contenuti più rilevanti, strutturati e semanticamente ricchi, oltre che in formati pubblicitari in grado di adattarsi a questa nuova dinamica.

  • Prima: ci si ottimizzava per keyword specifiche, spesso brevi e secche (es. “scarpe da corsa uomo”).

  • Ora: le query sono più lunghe, più naturali e complesse (es. “Quali sono le scarpe da corsa migliori per chi ha piedi piatti?”).

👉 Cosa fare:

  • Riscrivere i contenuti in ottica di domande e risposte

  • Inserire FAQ reali, formulate in modo conversazionale

  • Usare un linguaggio più naturale, fluido e ricco di contesto

  • Ottimizzare per la visibilità all’interno delle risposte AI

  • Google AI Mode pesca le sue risposte anche da contenuti web. Ma lo fa valutando qualità, chiarezza e struttura semantica.

    👉 Cosa fare:

    • Usare dati strutturati (schema.org) per aiutare l’AI a leggere e comprendere meglio i contenuti

    • Curare l’architettura dell’informazione (titoli, sottotitoli, paragrafi chiari)

    • Aggiungere fonti affidabili e segnali di autorevolezza (autori, citazioni, recensioni)

  • Rivedere le strategie pubblicitarie (Google Ads)

  • Con AI Mode, gli annunci non sono più solo nei risultati sponsorizzati: devono essere integrati nelle risposte dell’AI, con nuovi formati e logiche.

    👉 Cosa fare:

    • Esplorare i nuovi formati adv conversazionali (quando disponibili)

    • Ottimizzare gli annunci in modo che siano rilevanti, contestuali e orientati alla risposta

    • Lavorare sull’intelligenza del copy: più valore, meno slogan

  • Monitorare i cambiamenti nei dati e nel comportamento degli utenti

  • Le metriche tradizionali (CTR, impressioni, sessioni) cambieranno. Potrebbero diminuire i click ma aumentare le conversioni dirette da canali alternativi (es. call to action integrate).

    👉 Cosa fare:

    • Analizzare nuovi dati: durata delle sessioni, query conversazionali, engagement

    • Rafforzare il monitoraggio con strumenti avanzati (GA4, Search Console, heatmap)

  • Focalizzarsi sulla brand authority

  • In un mondo dove l’AI seleziona cosa mostrare, il trust del brand è centrale.

    👉 Cosa fare:

    • Investire su contenuti autorevoli (white paper, guide, casi studio)

    • Generare recensioni, menzioni e backlink naturali

    • Curare la presenza multicanale: sito, social, pubblicità e PR devono lavorare in sinergia

🚀 Come affrontare il cambio di paradigma?

  • Google AI Mode segna un cambio di paradigma. Non basta più “esserci”: serve essere utili, rilevanti e integrabili nelle risposte generate dall’AI.

    👉 Se hai un sito o un’attività online, questo è il momento giusto per:

    • aggiornare contenuti e struttura SEO

    • rivedere le campagne Google Ads

    • studiare una nuova strategia di visibilità orientata all’AI-powered search

🔧 Vuoi capire come adattare il tuo sito e le tue campagne pubblicitarie al nuovo AI Mode di Google?

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